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Frode con i fondi agricoli, 31 salernitani indagati e 12 aziende coinvolte Cronaca Primo piano 

Frode con i fondi agricoli, 31 salernitani indagati e 12 aziende coinvolte

Dodici arresti e sequestro di beni per un valore superiore ai 9,6 milioni di euro: questo l’esito dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta  su richiesta dell’Ufficio della procura Europea Eppo seguito di un’inchiesta avviata su presunte frodi ai danni del bilancio dell’Unione europea. Secondo gli inquirenti in Campania sarebbe stata messa in piedi una vera e propria rete criminosa volta a intercettare i fondi comunitari. Sono in totale 67 le persone indagate e 27 le società finite al centro dell’inchiesta, tutti sono accusati di appropriazione indebita di fondi agricoli europei provenienti dalla Politica agricola comune (Pac). Sono 31 i salernitani indagati (di cui 6 arrestati a cui viene contestato il reato associativo), residenti a Scafati, Nocera Inferiore, Bellizzi, Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, San Cipriano Picentino, Battipaglia ed Eboli. Altri cinque invece sono dei Vesuviani: Pompei, Castellammare di stabia e San Giuseppe Vesuviano. Il resto una decina di Afragola e Acerra e il resto del Casertano. Dodici invece le aziende agricole coinvolte operanti sul territorio Salernitano tra Scafati, Fisciano, Eboli, Battipaglia, Pagani, Pontecagnano Faiano e Montecorvino Rovella. Secondo l’indagine, tra il 2018 e il 2022, l’associazione a delinquere si sarebbe assicurata in modo fraudolento oltre 12,5 milioni di euro presentando una delle sue società, con sede a Salerno, come una cosiddetta Organizzazione di Produttori (OP), ovvero un gruppo riconosciuto di agricoltori, avente diritto a ricevere finanziamenti Ue a sostegno di investimenti collettivi a beneficio dei propri soci. Si sarebbe trattato però di una falsa società. L’Eppo rileva che le prove suggeriscono che gli indagati abbiano “falsificato diversi documenti per dichiarare fraudolentemente la conformità dell’azienda ai requisiti essenziali per lo status di OP previsti dal diritto dell’Ue”. E’ attraverso questo modo di operare che la società fittizia avrebbe fatto i propri affari, ricevendo indebitamente sussidi agricoli Ue finanziati nell’ambito della Pac, e ingannando così non solo l’Unione europea ma pure la Regione Campania e l’Agenzia per i pagamenti agricoli (Agea), tutte parti lese.

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